Pictures from Gihan
ideazione Chiara Caimmi, Riccardo Fazi, Claudia Sorace
regia Claudia Sorace
drammaturgia / suono Riccardo Fazi
direzione tecnica Maria Elena Fusacchia
elaborazione video Luca Brinchi, Maria Elena Fusacchia
performance Claudia Sorace, Riccardo Fazi
consulenza alla drammaturgia Giuseppe Acconcia
consulenza alla rumoristica Edmondo Gintili
vestiti Fiamma Benvignati
organizzazione Agnese Nepa
foto di scena Stefano Augeri, Gianluca Camporesi
grazie a Glen Blackhall per le domande che ci ha fatto, Lukas Wildpanner per i consigli fonici e Tony Clifton Circus per i loro microfoni
produzione Muta Imago
coproduzione Romaeuropa Festival 2013 residenze Kunstencentrum Vooruit – Gent, Orchard Project – New York, Kollatino Underground – Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo – Roma, Teatro di Roma, Inteatro – Polverigi
Questo spettacolo è il tentativo di raggiungere una persona.
Gihan I. è una giovane blogger egiziana. Due anni fa, come centinaia di migliaia di suoi concittadini ha vissuto una rivoluzione. A partire dalla prima immagine dell’11 febbraio 2011 in cui Gihan viene intervistata a Piazza Tahrir, fino ad arrivare ai tweet attraverso i quali oggi racconta della sua vita al Cairo sotto il regime militare, cerchiamo, attraverso il suo sguardo, di tracciare una storia personale e collettiva, che accade lontano da noi ma allo stesso tempo sentiamo così vicina alle nostre vite.
Roma, 05 gennaio 2014

Cara Gihan,

Come già saprai, lo scorso inverno abbiamo iniziato a lavorare ad uno spettacolo su di te. Per mesi abbiamo seguito le tue tracce su internet, abbiamo letto i tweet, i post su facebook, abbiamo guardato e riguardo le tue foto, i tuoi video. Cercavamo, attraverso quei materiali, di comprendere gli incredibili eventi che accadevano in Egitto a partire dal tuo particolare punto di vista. Con il tempo ci siamo affezionati al tuo sguardo, che sentivamo vicino al nostro, seppure così lontano. E abbiamo capito che per arrivare in fondo alla nostra ricerca dovevamo incontrarti, dovevamo essere lì: per capire davvero cosa può voler dire vivere qualcosa di così grande come una rivoluzione, per scoprire se la tua storia incontrava la nostra, se i tuoi gesti, le tue azioni, le tue scelte, parlassero anche a noi, e in che modo. Per questo motivo, all’inizio della scorsa estate, decidemmo di venire al Cairo per incontrarti, malgrado tu non avessi (e non abbia ancora oggi) mai risposto alle nostre mail.
Avevamo organizzato ogni cosa.
Ma il 30 giugno 2013, tutto cambia.

Il mondo fa un salto, il tempo fa una giravolta: in Egitto scoppia di nuovo la rivoluzione (tu diresti che è la stessa dell’inizio, che deve ancora finire).
Tu, dopo mesi di assenza, torni a raccontare le tue giornate su internet.
Noi, ricominciamo a seguire le tue tracce.
Per la prima volta però, il tuo racconto quotidiano si intreccia al nostro; le tue giornate di gioia, rabbia e paura accadono a distanza di spazio ma non più di tempo, mentre cerchiamo in ogni modo di capire e di raggiungerti, di esserti vicina.
Non siamo più davanti a un quadro, di cui studiare le caratteristiche. Siamo ora di fronte a uno specchio, e l’immagine si muove con noi. Il lavoro non ha più a che fare solo con te, ma con noi, mentre cerchiamo di organizzare il nostro viaggio al Cairo, e le domande che avevamo preparato per te iniziano a risuonare in noi.
Lo scorso novembre lo spettacolo ha debuttato a Roma. Lo abbiamo ripreso così potrai vederlo anche tu.
Quello che vedrai doveva essere il racconto di una rivoluzione. E’ finito per diventare il racconto di un’estate. Il racconto di due persone che cercano di restituire i segni della loro ricerca, aprono l’archivio delle loro fonti e mostrano il loro tentativo di entrare in contatto con una storia che viene fatta senza di loro.
Ci piacerebbe molto sapere cosa ne pensi, avere un confronto con te, alla fine di tutto.
Una fine che chissà, potrebbe anche essere un inizio.

Aspettiamo una tua risposta,

un abbraccio,

Riccardo, Claudia, Muta Imago