Nachstens, mehr!

ideazione Muta Imago
direzione Claudia Sorace
assistenza Riccardo Fazi
consulenza etica ed estetica Daniel Blanga Gubbay 
foto di scena Walter Vespertini, Maria Elena Fusacchia

produzione Muta Imago 2017
con il supporto di Mibact – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Generale Spettacolo
Nachstens, mehr! (Presto, di più!) è un laboratorio intensivo di tre giorni che può declinarsi sia in un percorso di ricerca per attori e performer professionisti sia in una pratica di scoperta e indagine sul sé rivolto a performer e attori non professionisti.
E’ tenuto da Claudia Sorace, regista e da Riccardo Fazi, dramaturg e sound designer.
Ogni giorno, il workshop apre le sue porte al pubblico, e invita gli spettatori ad assistere ad un’ora di tentativi. L’obiettivo è quello di condividere profondamente, insieme allo sguardo dell’altro, un momento di pura, gioiosa ricerca.
Nachstens, mehr! vuole condividere un’ indagine sulla questione dell’esercizio. Esercizio inteso come dialogo con il proprio corpo, portato ad affacciarsi di fronte ad un orizzonte sconosciuto, pieno della propria vulnerabilità. Esercizio che richiede al corpo di abbandonare la certezza di una posizione stabile, per ricercare al di là dei propri limiti conosciuti.
Si tratta di indagare come il corpo, in relazione allo spazio che abita e all’altro con cui lo condivide, possa diventare strumento di una possibilità altra. Lo stare come luogo di apertura del possibile. Le azioni come luogo del rifiuto e dell’inaspettato; le non-azioni come luogo della possibilità.

Tre giornate di pazza, libera ricerca, contro l’addomesticamento dell’inatteso, contro il rifiuto dell’incertezza e dell’interferenza, contro l’assenza di rischio. Trasformare un luogo in uno spazio, dove tutto può e deve essere costruito al presente, senza finalità, senza idealismo: la ricerca di una serie di gesti che aprano all’indeterminato. Atti di sottrazione, sacche di resistenza contro un modello finalistico e lineare delle nostre vite e dei nostri racconti.
Come raggiungo attraverso il mio fare, il mio stare o il mio dire, quell’istante di sospensione, quel frammento infinitesimale di possibilità? Quel momento dove non si sta più in piedi ma ancora non si è caduti? Quali esercizi mettere in campo per ingenerare una condizione di sogno e desiderio? Come aprire la mia presenza all’inaspettato? Dove cercare il miracolo?

Si tratterà di lottare contro la forza di gravità, di spostare una montagna di sabbia con dei cucchiai, di girare fino a sentirsi fermi, di guardarsi intorno come lupi e di conquistare lo spazio come api.

Nächstens, mehr!
Presto, di più!